admin on January 25, 2022

Casa Bianca
Tirrenia (PI), 2015-2016

In questo periodo di grande crisi congiunturale dove si registra uno stato critico culturale e di sbandamento rispetto ai veri e autentici punti di riferimento della nostra società, abbiamo deciso, ormai da qualche tempo, di ricondurre un’approfondita analisi alla ricerca dei principi fondanti dell’architettura moderna partendo dall’architettura razionalista italiana che ha visto il suo periodo aureo tra la fine degli anni ’20 e la prima metà degli anni trenta del secolo scorso.

Grandi uomini ed architetti che con il loro pensiero, il loro esempio e la loro opera hanno fatto dell’Italia in quel periodo, forse irripetibile, il centro di una stagione culturale assolutamente unica e ricca di spunti per il futuro; le figure professionali come Giuseppe Pagano, Edoardo Persico,  Figini e Pollini, Ignazio Gardella, Franco Albini, Adalberto Libera, Piero Botttoni, Giuseppe Terragni, i BBPR ed altri ancora, sono Architetti al di fuori del tempo, la loro opera è tutt’oggi attuale da cui trarre ispirazione e trovare le radici per una ripartenza culturale verso il futuro.

A Tirrenia, la città giardino progettata da Federigo Severini a seguito della vittoria del concorso del 1933, possiamo trovare esempi interessanti di architettura razionale, sviluppata negli anni ’50 proprio a seguito di quei riferimenti culturali; esempi notevoli calati in un contesto paesaggistico assolutamente straordinario, dove la relazione tra verde e architettura ne caratterizza la visione urbana d’insieme.

Il nostro intervento di rifunzionalizzazione di un edificio esistente costruito alla fine degli anni ’60 parte proprio da questi spunti, con un’analisi di quei valori e di quei principi teorici, aggiornati con le tecnologie attuali e calati nel contesto urbano attuale usando il BIANCO come simbolo di Ripartenza.

 

Il progetto. Questo intervento di ristrutturazione integrale con ampliamento di casa unifamiliare aderisce allo spirito del miglioramento dell’edificato esistente, impostando tutta la progettazione nel perseguire l’obiettivo della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente dal punto di vista energetico e tipo-morfologico.

Il progetto ruota, infatti, attorno all’idea forte di dare una nuova immagine all’edificio, iniziando con la demolizione della copertura, pensando ad un nuovo organismo composto da tre volumi base, uno a sud uno a due livelli nel centro ed un altro a nord.

Viene rialzata la parte centrale dell’edificio realizzando un nuovo sistema di copertura a piani orizzontali di cui le estremità più basse costituiranno terrazza praticabile rese comunicanti tra loro dalla distribuzione interna pensando quindi ad un continuo dentro-fuori filtrato dal sistema di pergole e passaggio coperto; il sistema della copertura a più livelli viene completato da due grandi fioriere con seduta. La copertura del volume centrale, più alto viene completata da un’ala di gronda in cemento armato tinteggiata di bianco, tale da poter accogliere, comignoli, sfiati antenne e parabole senza interferire con la percezione architettonica dell’edificio dallo spazio pubblico.

 

Pensato totalmente bianco, con finiture in grigio chiaro come infissi e avvolgibili, l’edificio è stato predisposto anche per accogliere a scomparsa, nei “nasi” angolari, i discendenti per le acque meteoriche e le tubazioni per il gas con appropriato sistema di areazione ed ispezione a scomparsa.

Il piccolo balcone posto sul lato ovest, è stato completamente ripensato in tubolari a sezione circolare tinteggiati di bianco facciata, tale da creare un piccolo candido affaccio sul verde e grigio del giardino interno al lotto.