admin on December 27, 2021

Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea
Roma (RO), 2000

Per testo progetto

La progettazione dell’ampliamento della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea sull’area dell’ex fabbrica Birra Peroni ha richiesto una lettura molto approfondita sia da un punto di vista formale che funzionale. La versatilità di tutti gli spazi caratterizza l’impianto funzionale e garantisce una percezione immediata della percorribilità. L’ingresso al foyer, cuore dell’area della contemporaneità e fulcro distributivo è posto in angolo tra via Nizza e via Cagliari mentre all’interno, la formazione della corte tramite la composizione dei nuovi volumi da vita ad uno spazio concentrico dove il fruitore vedrà l’arte e potrà sostare in un atmosfera fatta per il pensiero. Possiamo immergerci nella corte interna come in un chiostro monastico di inizio millennio e al centro di tutto questo come elemento poetico di quiete e di unione tra presente e futuro l’acqua.

AL CENTRO DI TUTTO IL PROGETTO C’E L’UOMO: L’UOMO FUORI DAL TEMPO E DENTRO LO SPAZIO.

 

L’uomo è qui considerato fuori dal tempo e dentro uno spazio che invita alla riflessione non solo sulle opere d’arte; l’obiettivo è quello comunque di ottenere uno spazio interno (corte) antico; medioevale. Possiamo immergerci in una corte interna come un chiostro monastico di inizio millennio; lo spazio perimetrale è definito dalle funzioni circostanti: l’accesso, il ristorante, il percorso d’arte, il verde pensile, il lavoro al centro di tutto questo come elemento poetico di quiete e di unione tra presente e futuro è l’acqua; l’acqua fuoriesce dalla fonte posta sul percorso interno e sgorga nelle due vasche di raccolta al piede dei due fabbricati ex scuderie.

L’ingresso principale da via Reggio Emilia (posto a quota 0,00) introduce al percorso unico che condurrà all’interno dell’area della modernità e alla corte, spazio per l’uomo, dove potrà sentirsi a suo agio ed immerso nell’arte del nostro tempo.

L’altro ingresso, angolo via Nizza e Cagliari, è posto a quota –4,80m. ed è quello che introdurrà al foyer; questo è il cuore di tutto il sistema e da esso vi è accesso a tutte le funzioni collegate da percorsi verticali ed orizzontali che si prendono alle varie quote.

Si può accedere, ad eventuali sfilate di moda o allestimenti temporanei nello spazio eventi senza intaccare l’intimità sia dell’ala moderna che contemporanea; si può accedere al bar book-shop senza entrare alla galleria vera e propria oppure è possibile andare al ristorante a quota 0,00 passando dalla galleria vetrata (via Reggio Emilia) o anche dal foyer, oppure accedere alla biblioteca (al piano primo) o agli atelier senza dover passare da altre funzioni del centro.

Il rialzamento dei volumi su via Nizza e via Cagliari, nell’ottica di un inserimento organico con le preesistenze architettonico è stato rivestito completamente in legno a doghe verticali, questo non per un atteggiamento mimetico, ma anzi per una forte convinzione nella ricerca di una semplicità che offrisse però un impatto visivo accattivante e evocativo, preludio di ciò che il visitatore può aspettarsi all’interno della corte.

La percezione dalla corte della cortina in legno verrà arricchita e sottolineata da elementi in acciaio che ne aumentino con le loro linee la plasticità già per altro fortemente voluta nel suo insieme dall’aggetto del volume dello spazio dedicato alla didattica, ma più essenziale sarà poi l’inserimento degli “SPECCHI SENSIBILI” ovvero una teoria di monitor che trasmettano anche vocalmente immagini di arte o personaggi e luoghi comunque legati al mondo della creatività.

Lo specchio sensibile è la video-trasposizione di ciò che l’arte rappresenta per l’uomo; un’esigenza irrinunciabile di cui ha bisogno l’uomo per esprimere la propria sensibilità.