admin on January 11, 2022

Nuovo polo scolastico dell'infanzia
Guastalla (RE), 2009

Pedagogie ed Architettura. Il nido e la scuola dell’infanzia si delineano come luoghi complessi, sistemi viventi in divenire, che si costituiscono non solo nella loro essenza fisica e materica ma anche sulla base delle relazioni che in essi si sviluppano. L’ambiente non è più considerato nella sua primordiale accezione contenitiva, quanto più come un sistema in grado di tessere e sostenere le relazioni attraverso luoghi ed opportunità di incontro.

Un ambiente capace di sostenere e creare una molteplicità di incontri con l’altro, intesi come opportunità di conoscenza del mondo e degli altri, e allo stesso tempo, come processo di costruzione dell’identità personale.

Il nido e la scuola dell’infanzia, si delineano quindi, come luoghi caratterizzati dalla presenza di spazi e materiali che permettono e sostengono la relazione tra le persone (bambini ed adulti) ma allo stesso tempo nel quale lo spazio stesso nella sua complessità, ed i materiali in esso contenuti, si presta ad essere “incontrato” poichè ne viene riconosciuta l’importanza formativa nel processo di conoscenza e di apprendimento.

La scuola può così essere definita come un ecosistema, all’interno del quale ogni singola parte assume un valore fondamentale poiché strettamente interconnessa al tutto, lo spazio non è più semplicemente luogo fisico all’interno del quale le persone agiscono la quotidianità, ma viene riconosciuto come terzo soggetto che co-partecipa al processo educativo. In definitiva lo spazio si delinea così come luogo fisico e mentale all’interno del quale il soggetto (adulto o bambino) agisce, pensa e si muove, prendendo parte in modo attivo alla costruzione della conoscenza. Processo questo che avviene in e nella relazione con l’ambiente e con i soggetti che lo abitano. Il nido e la scuola dell’infanzia sono luoghi di cultura dove i bambini hanno la possibilità di incontrare nuove relazioni, nuovi contesti, nuove opportunità che possono stimolare e sollecitare sempre nuovi apprendimenti. L’istituzione educativa assume il suo pieno valore nella possibile definizione di spazio pubblico, nei termini di luogo di incontro, di comunità e di cultura in grado di riconoscere il ruolo educativo ed educante che intrinsecamente le appartiene. Emerge il valore della partecipazione sostenuta sia dalla filosofia educativa sia dall’architettura e dagli spazi.

La spazialità. Per poter assolvere a tale funzione è necessario che lo spazio si connoti di una certa flessibilità, sia in grado cioè di porsi in ascolto delle esigenze e degli interessi delle persone che lo abitano. Uno spazio che seppur pensato su criteri pedagogici riconosciuti sappia tendere al cambiamento, sappia cioè ricercare una dimensione di contemporaneità il più possibile coerente al contesto sociale, storico e culturale che caratterizza il tessuto territoriale in cui è inserito.

Spazi come la piazza trovano così un significato più profondo, la sua posizione non risponde semplicemente a criteri di funzionalità, la centralità che la contraddistingue ha prima di tutto un valore e una consapevolezza pedagogica. È luogo principale per la costruzione collettiva d’una comunità e di una cultura condivisa, elemento di unione e connessione rispetto agli altri spazi che si sviluppano principalmente su una dimensione orizzontale, non gerarchica, in grado di metterne in risalto la pari importanza.

Elementi strutturali come la trasparenza offerta dalle vetrate, i giardini d’inverno e la presenza di doppi volumi sostengono e rilanciano questo elemento di connessione e co-responsabilità degli spazi, nella consapevolezza del valore aggiunto che ne consegue nel considerare le parti in un’ottica sistemica e non parziale. Ciò che si ottiene è un processo connettivo, osmotico, in grado di porre in una relazione dialogica non solo le parti della struttura al loro interno, ma di creare possibili forme di connessione con l’esterno.

Il focolare domestico. La centralità strutturale della cucina, seppur coerente ad un discorso di funzionalità, va ricondotta prima di tutto al valore aggiunto che tale spazio ricopre a livello culturale delineandosi come elemento in grado di sostenere l’idea di una scuola pensata nel suo pieno valore educativo e sociale. Si tratta di uno spazio che è storicamente rappresentato come un luogo prezioso, qualificante l’identità stessa del servizio, capace di veicolare valori e significati, di partecipare in modo deciso al sostegno del progetto culturale e pedagogico.

La sezione. La progettazione architettonica dell’ambiente della sezione deve essere in grado di saper accogliere i cambiamenti che possono avvenire nel percorso progettuale, dando risposta attraverso una struttura flessibile all’evolvere degli interessi di bambini e adulti.

Il processo di costruzione della conoscenza si attua anche attraverso un’esplorazione degli spazi che avviene in modo autonomo, individuale ma anche e soprattutto attraverso una ricerca di gruppo.

La sezione risulta così progettata per saper accogliere e sostenere le diverse possibilità e modalità di lavoro, vengono pensati quindi spazi per il grande, il medio e il piccolo gruppo, nel tentativo di valorizzare ogni modalità per la costruzione dell’identità e della conoscenza. All’interno dell’organizzazione generale della sezione che verrà progettata in seguito con l’apporto delle insegnanti, dei bambini e della pedagogista, sono stati pensati possibili spazi specifici, che coincidendo con alcuni elementi architettonici strutturali non potevano essere tralasciati e realizzati a posteriori.

Ci si riferisce in particolare a due spazi della sezione: la nicchia ricavata dal sottoscala che porta al doppio livello della sezione; e al mini-atelier come luogo privilegiato, seppur non l’unico, di esperienza e contatto con i diversi linguaggi. Sono spazi che si caratterizzano per l’intimità che possono offrire, un’intimità che può essere individuale o del piccolo gruppo, in grado di permettere momenti di tranquillità e concentrazione.